Ricevo e pubblico la storia dall’amico Ugo. Molti di voi si riconosceranno in questo racconto breve. Negli anni “70 , i pattini a rotelle erano uno dei regali più desiderati da bambini e adolescenti. Tantissimi pattinatori hanno cominciato a pattinare il giorno della Befana.

Buona lettura

Penso fosse il giorno della befana del 1973: Come sempre in queste occasioni mi svegliai molto presto, la voglia di scoprire cosa c’era ai piedi della vecchia stufa a carbone era al settimo cielo,  [n.d.r.]  (era lì che di solito la befana depositava i regali più ingombranti).
La stanza era quasi buia, una debole luce filtrava dalle persiane, ma per i miei occhi abituati al buio, fu più che sufficiente per vedere due pacchi che si distinguevano dagli altri, era fin troppo chiaro che quelli fossero i miei regali! Piano piano cercando di non svegliare i miei genitori che ancora dormivano mi alzai dal letto e sgattaiolai verso la stufa.

Il primo pacco il più piccolo, conteneva il “Manuale di Paperinik” dopo una rapida occhiata scartai il secondo, in una scatola bianca e rossa con su scritto Gioca Milano,  trovai un paio di pattini nuovi fiammanti e una strana chiave che serviva per allungarli o stringerli, le cromature della piastra brillavano nella stanza, le ruote erano rosse, come anche le staffe di fissaggio per i piedi, delle stringhe bianche e rosse servivano per allacciare il pattino un po’ più sopra al collo del piede.

Con quei pattini, che allora tutti chiamavano “schettini”, penso di averci fatto di tutto, tranne che pattinare naturalmente.

Ugo Cignolini
I miei pattini allungabili “Gioca”

Sono nato a Milano in una vecchia casa di ringhiera, dove pattinare sarebbe stato impossibile, il cortile era sassoso  e pieno di buche, ricordo che salivo e scendevo dalla scale del caseggiato, giocavo a nascondino o a “Strega comanda color”, mi muovevo come se avessi le scarpe, ma pattinare  ancora non sapevo cosa fosse.

Passo del tempo, forse un anno, o anche di più, un pomeriggio per la prima volta mio padre mi portò in una pista di pattinaggio, era la pista della Pirelli in Viale Fulvio Testi. Mi resi subito conto cosa fosse pattinare, la superficie era molto liscia e le curve salivano in una parabolica che ti permetteva di girare senza praticamente muovere un muscolo.

Era un continuo saliscendi, fu amore a prima vista, il ronzio che producevano i cuscinetti pattinando è ancora un ricordo indelebile. La cosa andò avanti per qualche anno, fino a quando su quel circuito persi una ruota!  Le sfere del cuscinetto si riversano sulla pista, molte andarono perdute, purtroppo i mie genitori non potevano permettersi un nuovo pattino, e la mia voglia di pattinare si fermò fino agli anni 90.

Con l’evento dei pattini in linea il ricordo di quel ronzio tornò prepotentemente alla ribalta, da allora non ho più smesso, ora insegno pattinaggio freestyle e sono allenatore di una squadra agonistica ASA Pattinaggio Cinisello. Il pattinaggio ogni giorno non manca di darmi enormi soddisfazioni.

ASA Pattinaggio Cinisello

Con l’amico Ugo alla pista di pattinaggio del Parco Toti di Paderno Dugnano (MI)

Se hai anche tu una bella storia da raccontare scrivimi qui.


Giovanni Simiani

Supporto il pattinaggio quad in strada con video e guide. Realizzo pattini quad artigianali veri e propri pattini Custom. Contattami qui se anche tu vuoi un Pattino Quad da strada professionale.

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Era il giorno della befana del 1973